Stasera piove e forse stanotte nevicherà. Le campagne erano nebbiose questa mattina, ricordandomi che l’inverno è ancora presente.
Strano che mi sia illuso che fosse già primavera inoltrata ed oggi ho acceso ancora il riscaldamento. Strano, mi ero sul serio illuso che fosse già primavera.
Sul tavolino, lo stesso vecchio vaso, pieno di tulipani che stridono con quello che vedo dalla finestra. Ma ieri era primavera, fino a ieri.
C’è anche un libro su Bob Dylan sul tavolino, lo sfogliavo mentre ascoltavo vecchi dischi di Frank Sinatra.
L’altro ieri mi sono imbattuto in una pianta di melissa, pensavo potesse essere menta, ma Anna mi ha detto che mi sbagliavo.
L’ho annusata con cautela ed aveva ragione ad essere così sicura che fosse melissa.

Sento che c’è così tanta ingiustizia in questo mondo, anche se mi viene detto che mi sbaglio.
Le notizie dell’ennesima morte di disperati che cercano un mondo migliore, mi ha rattristito.
Così ho passato il pomeriggio sdraiato, sorseggiando una bottiglia d’acqua e sfogliando le pagine del libro, ascoltando il vecchio Frank e masticando la melissa
Alcuni per rilassarsi, recitano canzoni bibliche a memoria, altri per rilassarsi, hanno qualcuno che legge a loro poesie, mentre altri guardano film che hanno già visto decine di volte.
Per quanto mi riguarda, apro qualsiasi vecchio libro e mastico la melissa
Alcuni usciranno stasera, alcuni andranno al ristorante e mangeranno bene e berranno ancora meglio, altri andranno a combattere al fronte, mentre altri si stanno preparando due cose da mettere in tasca e imbarcarsi su un barcone che attraverserà mari freddi e in tempesta e passerà tutto il tempo pregando di farcela. Molti, troppi, usciranno stasera senza alcun scrupolo.
Quando morirò, spero che sia molto lontano, spero ci sia accanto a me, questo libro di Bob Dylan, perché è al suo mondo che appartengo.
E comunque scommetto, che, nel mio sistema, troveranno tracce della mia melissa calmante, perché ne ho bisogno ogni santo giorno, per arrivare a morire il più tardi possibile.