Che succede in Italia?
Torno in Europa da una serie di visite in Italia, che combinavano piacere e lavoro.
Un misto sufficiente di visite per fare alcune riflessioni dovute sul Paese di cui possiedo ancora il Passaporto.
Prima di tutto, chi mi conosce personalmente sa la mia posizione critica verso l’Italia.
Una posizione che ho tenuto in piedi per decenni, una posizione dovuta alla mia esperienza e ai tempi in cui ho vissuto in Italia e chi mi ha portato pure ad andare via al tramonto del secolo scorso.
Negli anni, anche andandoci solo per visitare amici e familiari, ho sempre notato una certa faciloneria nazionale, che è da sempre stata una specie di biglietto da visita anche per gli stranieri: il nostro marchio di fabbrica.
Devo ammettere che qualcosa è cambiato. Per essere sincero ed onesto con voi e con me stesso: è cambiato tantissimo.
Non so bene come quando questo sia accaduto, ma forse e’ successo negli ultimi tre anni, perlomeno io l’ho notato in modo particolare negli ultimi 12/18 mesi.
Forse lo schiaffo pandemico, essere il primo Paese colpito in Europa ed avere un record da non vantare ha cambiato molte cose nella mentalità e nel modo di agire degli italiani.

La reazione a quel maledetto virus e’ stata esemplare ed oggi l’Italia e’ il Paese di riferimento per gli altri popoli su come ci si comporta e reagisce davanti a quella disgrazia.
Se questo aggiungiamo una guida politica decisamente matura e invidiata da ogni Paese al Mondo, forse troviamo assieme i due ingredienti che hanno contribuito al cambiamento dei singoli cittadini, che assieme fanno la vetrina generale del Paese.
Nelle mie visite in Italia ho trovato gentilezza, voglia di risolvere in modo amichevole problemi e una burocrazia che è la lontana parente della cassaforte burocratica che avevo conosciuto e da cui ero fuggito.
Chiunque conosca questo Paese, sa bene che esistono diverse Italie nella stessa nazione.
È sempre stato cosi e sempre sarà, la particolarità dell’Italia, nasce e si alimenta sulle sue diversità, dal cibo al colore della pelle della gente, dal loro modo di vivere differente in modo radicale spostandosi anche di soli 50 chilometri.

Ecco, non posso essere cieco davanti ai vari modi di comportarsi che ho visto tra nord o sud, tra centro e isole e alle loro differenze, per cui voglio specificare che al Nord il cambiamento e il suo passo deciso come guida d’Europa, è decisamente quello che mi ha impressionato di più.
Dopo aver vissuto l’anarchia e la confusione burocratica della nazione che ospita il Governo Europeo (mi riferisco al confusionario Belgio dove mi trovo) e la totale disarmante ignoranza del Governo Inglese (dove ci ho vissuto 20 anni), arrivare in un Paese dove la gente rispetta regole, rispetta il prossimo e ancora usa mettere (per esempio) la mascherina al supermercato anche se non obbligatoria, dimostra che il senso civico non solo in Italia esiste, ma è decisamente superiore alla banalità comportamentale della città dove vivo: Bruxelles o dove sono stato prima, Londra.
La mascherina e’ per me un simbolo importante, mi ricordo quando vedevo coreani o giapponesi in metropolitana a Londra che la indossavano perché’ avevano un piccolo raffreddore o perché’ non volevano essere contagiati dai microbi che esistono in luoghi chiusi come una metropolitana.
Ricordo come tra amici si commentasse con stupore tanta civiltà ed ora vedere che molti lo fanno di lora spontanea volontà e lo fanno in un Paese che è sempre stato preso ad esempio per essere un po’ farfallone, mi fa veramente piacere.
Quando hai una guida politica seria hai cittadini seri.
Lo dimostrano i Paesi che non l’hanno ora oppure quelli che hanno avuto guide serie in passato ed abbiamo ammirato.
La Germania ha sempre avuto guide politiche serie e la gente è sempre stata considerata civile e seria, cosi i Paesi nordici in generale.

L’Inghilterra ha sempre avuto guide serie ed erano un popolo serio. Oggi hanno un clown e la popolazione si comporta come al circo, diventando di fatto il Paese meno attrattivo di tutto il continente europeo.
Noi abbiamo avuto tanti governanti perfetti per essere inseriti nelle barzellette, specie quelli successivi alla fine della “prima repubblica” e come cittadini ne eravamo la chiara riflessione sulla società in cui contribuivamo.
La gente è così: si immedesima sul proprio governo anche se non ha votato quella gente, penso sia naturale, anche se facciamo di tutto per non farlo.
Devo dirvi che ne sono profondamente orgoglioso di questo cambiamento di stile e di senso civico.
Devo confessare che sono fiducioso che dopo aver avuto paura nell’ammettere che siamo stati uno dei primi Paesi in Europa a seguire i ciarlatani nazional popolari, ora pare che siamo i primi a respingerli e questo, per il bene della democrazia e per il bene del vivere civile, è solo un bene.
Per la prima volta, dopo decenni, quando sono in fila alla dogana con il passaporto in mano non copro più dalla vergogna la copertina, ma la mostro con orgoglio.