L’ Algoritmo della Sardegna per rimanere isolati dal resto del Mondo.

Da qualche parte nella natura selvaggia della Sardegna c’è un Nuraghe che si svela alla mia vista.

Il temporale era appena passato, non l’avevo mai incontrato durante le due ore precedenti in cui guidavo da nord a sud dell’isola, ma stavo notando che arrivavo nei luoghi subito dopo che le nuvole avevano scaricato la loro bella dose d’acqua.

Era lo stesso temporale che girava attorno a me mosso dal vento e, come per magia, non aveva mai ostruito la corsa della macchina.

In cima a quella collina che intravedo, c’è un’altra collina, leggermente più piccola, ma la prospettiva inganna e cosi appare piu’ grande ad uno sguardo fugace, e dico a me stesso “ma guarda quel nuraghe sulla cime di quella montagna.”

Lo sguardo distratto che avevo sul panorama circostante, perche;’ concentrato su altre cose, mi avevano precluso di vedere un nuraghe. Strano, perche’ in Sardegna ci sono circa 6000 nuraghe ed io non ne avevo visto neppure uno fino a quel momento.

Il parcheggio era proprio davanti a questa opera misteriosa fatta di pietre con un buco al centro, sul tetto, e mi fermo immediatamente, senza fare nessuna manovra rischiosa, visto che la strada era completamente deserta.

Cerco l’angolatura giusta, mi sposto perche’ un ramo di un albero mi ostruiva la vista libera del soggetto, mi abbasso sulle ginocchia e faccio una decina di scatti, spero di trovare poi a casa, al computer lo scatto giusto.

Mi sono spesso chiesto perche’ queste strutture sono state costruite sempre (o quasi) nel bel mezzo del nulla, forse dovrei informarmi meglio, ma mi piace pensare che rispecchino il modo di confrontarsi con il prossimo che da sempre i sardi hanno, cioe’ d’isolarsi.

Penso che le persone si siano attaccate un po’ a questi Nuraghi in modo cosi morboso in quest’Isola, perche’ l’allontanarsi dalla civiltà o dalla routine quotidiana, pare non sia solo una tendenza recente, ma che sia sempre stata parte del Dna della gente di quest’Isola.


Credo sia piu’ una ricostruzione forzata che una realta’ dei fatti. Ci illudiamo che i popoli non siano mai cambiati e spesso cambiati radicalmente.

C’e’ una grande distanza tra i romani ai tempi dell”Impero e quelli attuali, differenze caratteriali e fisiche. Non ho difficolta’ a pensare che tra i sardi del periodo nuragico e quelli attuali, le connessioni siano meno di zero. Ma ci piace pensare che non sia cosi.

Non capisco perche’ vada a fare pensieri sempre simili quando mi accingo a fare uno scatto, ma forse non mi dispiace questa tendenza, perche’ alla fine ripeto sempre la stessa routine e la godo fino in fondo, anche se mi chiedo sempre “perche’” e pare che non solo non m’interessi la risposta, ma che non voglia neppure mai cambiare questo atteggiamento.

Consapevole, ma non ascetico, mi rimetto in piedi e mentre con una mano mi spolvero la terra umida che si era attaccata ai pantaloni, mi giro per avviarmi verso la macchina e il sole m’inquadra un altro nuraghe dall’altra parte della strada.

Sardegna Nuraghe
Photo by @massimousai

Guardo a destra, poi a sinistra, la strada e’ ancora vuota, attraverso la carreggiata e ripeto la stessa operazione di prima: ginocchia sulla terra per trovare la miglior posizione per fotografare e mi pongo nuovamente la stessa domanda del “perche’ facevano queste strutture in passato, sempre cosi isolate dal mondo circostante”. 

Adoro queste situazioni, sono senza dubbio tra coloro che desiderano rimanere in contatto algoritmico con la società attraverso l’isolarsi con il mondo circostante.

Forse la frase non e’ chiara, ma penso che posso farvela capire meglio se vi dicessi che e’ una specie di masochismo o ti atteggiamento irritante verso il prossimo, su cui non si ha il potere di controllarlo ma solo di interpretarlo.

La macchina fotografica e’ il mezzo che uso per fare questo. Il mezzo che mi consegna la “scusa” per mettermi in contatto con il Mondo attraverso gli algoritmi che userò per divulgare le foto. Gli Algoritmi mi daranno l’opportunità di far vedere i mie scatti con il resto del gente da cui invece, ora cerco di isolarmi.

Sono come i vecchi abitanti di questi misteriosi “Nuraghi’, o paura che il Dna della Sardegna si sia trasmesso, altro che storie…

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