La città piemontese riesce ad infondere il sapore inconfondibile del passato senza lasciare il retrogusto amaro di un’epoca che si è chiusa. Architettura e cultura hanno segnato in modo profondo la storia di Alessandria. Sapori tradizionali e il carattere gentile delle persone sono gli altri elementi che fanno di questa località un vero e proprio gioiello, perfetto per un intimo weekend autunnale.
Testo e foto di Massimo Usai
- L’articolo puo’ essere letto e visto pure nella versione PDF Latitudes Travel Magazine Novembre 2021
Non tutto sfugge con il lento ed inesorabile trascorrere del tempo. I ricordi rimangono per anni in un angolo della mente. Poi, d’incanto, ricompaiono. Come è accaduto nel mio ultimo viaggio ad Alessandria. O meglio, nel mio ritorno nella città piemontese.
Passeggiare tra le vie tranquille della città mi ha provocato emozioni intense. Come quando sono giunto in una piazza. Ero certo di non averla mai vista. Sulla mappa comprata in una di quelle bancarelle situate sotto i portici del centro, il nome di quel punto della città, Piazzetta della Lega, suonava del tutto sconosciuto.
Poi però, d’improvviso, qualcosa riaffiora nella mia mente. Dietro il chiosco dei giornali ecco che appare una porta verde. Un verde spento, antico, che sembrava perfino emanare l’odore del passato, ma che ha avuto il merito di far scattare qualcosa nella mia mente. L’uscio era quello di un negozio. Lo conoscevo.

Ci ero entrato forse centinaia di volte. Da piccolo mia madre mi ci mandava a comprare le erbe aromatiche che usava disporre davanti alle tazze con l’acqua calda che preparava per le sue amiche quando nei pomeriggi venivano a prendere il te a casa nostra.
Mi giro e riguardo i palazzi. Ora li riconosco. Ora ricordo ogni particolare accaduto in questo luogo. Un brivido mi corre lungo la schiena per la meraviglia.

Quel palazzo tra il rosa e il giallo invece no. Eppure sembrava essere lì da secoli. Avrei dovuto ricordarmelo, specie per quei chiari segni che ne fanno inequivocabilmente una sinagoga. Forse l’età ha influito sulla mancanza di reminiscenze.
Ero troppo giovane quando sono andato via da questa città. Avevo un’età in cui i primi flirt erano di gran lunga più interessanti della storia e dell’architettura. Ma nella vita tutto cambia. Vengo a sapere che ad Alessandria c’era una comunità ebraica tra le più numerosa e importanti del Piemonte.
Quell’edificio testimonia tutto ciò. Ma la struttura è solo una parte di un realtà ben più grande. Dietro la sinagoga sorge il Ghetto. In quest’area fra le attuali vie Migliara, dei Martiri, Vochieri e Milano si trovano le abitazioni e le botteghe della comunità ebraica. Il ghetto di Alessandria fu il terzo più popoloso del Piemonte: nel censimento del 1761 si contavano 420 abitanti.
Con il tempo sono state compiute modifiche delle costruzioni, in particolare nell’Ottocento, ma ancora oggi le strutture conservano alcuni tratti caratteristici, come i ballatoi di comunicazione interna e le sopraelevazioni.

Fondata nel XII secolo, Alessandria vanta una storia ricchissima e tanti monumenti e diverse chiese. Non solo. Perché molti edifici hanno una rilevanza artistico-culturale di grande interesse.
Nei pressi della Stazione ferroviaria si trova Piazza Garibaldi, attorniata da elegantissimi portici. Di qui, percorrendo Corso Roma, si giunge nella caratteristica Piazzetta della Lega, punto di ritrovo per i cittadini e tradizionale sede di affari e contratti nei giorni di mercato. I ricordi si fanno sempre più nitidi. Chissà quante volte sono passato in queste strade.
Non lontano ecco Piazza della Libertà, attorniata da imponenti e maestosi edifici, dove sono situati il Palazzo Municipale, famoso grazie alla sua facciata rossa, e l’imponente Palazzo della Prefettura caratterizzato da due ordini di finestre.
Al suo interno si possono ammirare stucchi, specchiere, sovrapporte e camini tipici del Settecento. Di grande suggestione è la cattedrale dei Santi Pietro e Marco dall’inconfondibile campanile cuspidato, secondo per altezza in Italia solo al Torrazzo di Cremona.
Il luogo di culto custodisce preziose opere d’arte sacra: tra questi spiccano un Crocefisso in legno del XV secolo e un venerato gruppo ligneo risalente alla fine del Quattrocento. Presente anche un dipinto di Papa Alessandro III che riceve le chiavi di Alessandria.
Altra chiesa che merita una visita è quella di Santa Maria in Castello, la più antica della città, eretta in stile romanico-gotico.
Ci sarebbe anche il Teatro Comunale, ma questa struttura è chiusa dal 2010. “Ci sono le idee, mancano i soldi”, dicono i politici che si sono susseguiti nelle varie amministrazioni in questi ultimi dodici anni.
Eppure la sua imponente facciata grigia sembra promettere un futuro di creatività e cultura, come lo è stato in passato e come la città meriterebbe. Uno spazio di vitale importanza, ancor più dopo che anche altre strutture hanno chiuso i battenti, come il “centenario” Cinema Moderno, da anni riconvertito a spazio commerciale.

A resistere è invece il vecchio dopolavoro ferroviario, il cinema-teatro Ambra. Una sala tipicamente invernale, con il suo spazio all’aperto, per le più popolari rassegne estive. Di tempo ne è passato ma il Cinema Ambra è ancora lì. Il suo schermo esterno sembra un monumento. Per questo vederlo ha esercitato su di me uno scatto vorticoso della memoria.

Passano gli anni ma la città dove sono cresciuto la trovo sempre affascinante. Ha la stessa classe e quell’onda di signorilità che potrebbe avere una grossa città. Qui nacque e visse uno dei più importanti protagonisti della moda italiana: Giuseppe Borsalino, che introdusse processi produttivi destinati a fare dell’azienda un leader continentale nella manifattura del cappello.
Da quando è nata nel lontano 1857, Borsalino è divenuta un punto di riferimento mondiale, anche grazie alla tendenza lanciata dal cinema americano che indicava questo accessorio come elemento fondamentale dell’abbigliamento sia maschile che femminile.
Il negozio di Borsalino dice tutto. Da solo pare trasformare chiunque in un perfetto Humphrey Bogart. Ogni persona che mi passa davanti con un Borsalino in testa me lo vedo in bianco e nero separato dai colori che gli stanno attorno.

Il calcio appassiona praticamente tutta la città. La squadra dell’Alessandria è nuovamente in Serie B dopo 46 anni. L’ultima volta che la squadra aveva conquistato la massima serie era il 1974 e sugli spalti a festeggiare c’ero anche io.
Un ricordo incancellabile di caroselli e sfilate a suonare le trombe in giro per la città, sventolando enormi bandiere della squadra. Quel viaggio nel cofano di un’auto per le vie della città in festa non lo scorderò mai.
Questa volta il ritorno in B l’ho visto in televisione dal Belgio. Ma è come se fossi sceso anch’io in strada a festeggiare.
Ad ogni modo, Alessandria non è solo al centro di uno degli snodi ferroviari e stradali più importanti d’Italia, ma è anche un luogo che offre una vita tranquilla e una cucina che, con i suoi sapori decisi, delizia il palato.
Non è un caso quindi, che questa cittadina di provincia ospiti diverse importanti manifestazioni enogastronomiche, come il Salone nazione del Biscotto e Alé Chocolate, la fiera del cioccolato artigianale, apprezzate sia dai cittadini che dai turisti.
I piatti tipici di Alessandria sono i classici agnolotti e il brasato. Eppure ci sono altre specialità assolutamente da assaporare. La Farinata di ceci, la focaccia dolce, salata e di cipolle, sono parte integrante della mia formazione culinaria.
Vi era anche una gelateria storica che tutti ricordano con rimpianto: Cernenà. I suoi prodotti dal sapore inconfondibile, allietavano corpo e spirito di chiunque abbia avuto la fortuna di provarli. Ora il locale non c’è più, ha chiuso i battenti alcuni anni fa. I tempi cambiano ma almeno i ricordi, quelli restano per sempre.

Informazioni: sul sito dell’agenzia turistica locale di Alessandria
Come arrivare: In auto sono diverse le strade per raggiungere la città. Da Torino autostrada A21 direzione Piacenza, uscita Alessandria Ovest. Da Genova autostrada A26 direzione Alessandria, uscita Alessandria Sud oppure autostrada A7 direzione Milano, raccordo sulla A21 direzione Torino, uscite Alessandria Est e Alessandria Ovest o uscita a Tortona poi S.S. 10 direzione Alessandria.
Da Milano autostrada A7 direzione Genova, raccordo sulla A21 in località Tortona, direzione Torino, uscite Alessandria Est e Alessandria Ovest. Da Piacenza autostrada A21 direzione Torino, uscite Alessandria Est e Alessandria Ovest. Numerosi treni collegano Alessandria a Milano (circa 1,5 ore di viaggio), Torino (un’ora circa) e Genova (circa un’ora).
Dove dormire: Alli Due Buoi Rossi, Via Camillo Cavour, 32; Tel. 0131 517171
La struttura è situata in un edificio storico situato nel centro di Alessandria, non lontano dalla stazione ferroviaria. Le eleganti camere dispongono di numerosi confort. Disponibili anche stanze insonorizzate. Gli animali sono ammessi: non è previsto alcun supplemento. L’albergo ospita il ristorante Bistrot Cavour, un lounge bar e un centro congressi.
Dove mangiare: Ristornate Duomo, Via Parma 28, Situato a pochi passi dal Duomo, il ristorante offre piatti sia della cucina moderna che di quella tradizionale piemontese.
Testo e foto di Massimo Usai | Riproduzione riservata © massimousai
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