by Massimo Usai. (English Version Here)
PREFAZIONE OBBLIGATORIA: IL PUNTO DI PARTENZA
Da dove arriva tutta questa delusione e pena che devo sopportare in questi giorni?
C’e’ speranza per il futuro? M da dove parte il tutto?
Dalla lunga chiusura per la Pandemia? Dal fatto che il mio Arsenal stia facendo la peggiore stagione degli ultimi 30 anni?
Forse dal fatto che le camicie estive ho notato mi stanno decisamente strette?
No, non credo, penso che bisogni partire esattamente da un anno preciso, un anno bisestile, il 2012.
Nel 2012 pensavo che stessi vivendo l’inizio di una fase più che interessante per la mia vita e per il Paese dove mi trovavo: La Gran Bretagna.
Lo spirito in generale era alle stelle.
Non intendo solo il mio, ma tutti eravamo felici e amichevoli.
Con tutti, dal vicino di casa ad uno dei tanti turisti che popolavano la città.
I turisti erano cosi’ tanti che venivano invitate le famiglie ad usare una stanza vuota per aiutare ad ospitare cosi’ tanta gente in arrivo e fare anche di conseguenza qualche soldo extra.

I GIOCHI OLIMPICI DEL 2012
Il clima era fantastico, sembrava stessimo vivendo una primavera infinita, cominciata la notte del 31 Dicembre.
I fuochi d’artificio che salutavano l’arrivo del nuovo anno, erano stati spettacolari, entusiasmanti e fatto scendere qualche lacrima dall’emozione.
A Marzo i fiori sembrava non fossero mai stati cosi felici di far vedere i mille colori che sapevano creare, o forse eravamo sempre distratti, arrabbiati, preoccupati, che non ci accorgevamo che quei colori li esprimevano da sempre, ma quell’anno sembravano speciali.
Ma in quel 2012 tutto era diverso e speciale.
Sembrava che avessimo messo da parte tutte le preoccupazioni e non facevamo altro che abbracciare gente, sorridere sulla metropolitana a chiunque incrociasse il nostro sguardo e tutti erano positivi, radiosi, fiduciosi.
La Regina aveva iniziato i festeggiamenti per i 60 anni di Regno già da febbraio,
Le bandiere erano in ogni angolo della città e dalle finestre sventolano bandiere di ogni nazione al mondo.
Non era solo la Gran Bretagna a festeggiare, ma chiunque vivesse nell’isola sentiva di far parte di quello che stava accadendo, probabilmente anche di più del cittadino puro sangue inglese, ma distratto, in qualche centro del nord del Paese.
Era semplicemente una festa incredibile quella che vivevamo.
Non esisteva business che non stesse registrando il suo record personale di vendite, tutto girava per il verso giusto.
L’olio usato per questi ingranaggi si chiama “motivazione”, “gioia di vivere” e il collante era la magica parola: “condividere”.
Un collante che non si compra al supermercato, ma si forma dentro le persone.
Quando la sera del 27 Luglio, nello stadio a Stafford, ad est di Londra, si inaugurano i Giochi Olimpici con la regia del “Premio Oscar” Danny Boyle, il Mondo, e non solo la Gran Bretagna, ci pareva d’essere solo orientato verso un ciclo di felicità, speranza e gioia di vivere.
Tutti sentivamo che il lavoro degli ultimi 15 anni, tutto quello che chiunque aveva fatto nella vita, avesse raggiunto il suo obbiettivo.
Mille sogni, progetti e speranze, arrivarono a realizzarsi quella sera di fine luglio.
Nessuno aveva dubbi: sarebbe stato tutto perfetto da domani.
Per circa un anno così è stato, l’onda lunga Olimpica, il tempo mite, quasi mediterraneo, di quel 2012, pareva trascinarsi anche all’anno successivo.
Se ti lasciavi andare a guardare nei giardini che ogni casa a Londra ha, vedevi Ulivi e Limoni crescere con vigore, chiaramente un segnale che il clima era differente e sembrava d’essere nel Sud della Francia, più che nella tradizione climatica della Capitale inglese.
Ma qualcosa, invece, stava cambiando e non ci siamo accorti immediatamente.
Non c’era più una salita di crescita culturale ed economica davanti a noi, ma eravamo come su un altopiano, dove tutto era piatto.
Ancora guardavamo il resto del Mondo dall’alto, ma non ci accorgevamo che eravamo in una falsa pianura.
Eravamo storditi, ancora ubbriachi di felicità e ottimismo che molte cose non ci accorgevamo stavano accadendo.
I segnali erano attorno a noi, ma non li vedevamo, non potevamo avvertirli.
Ma probabilmente l’analisi giusta era che “non volevamo avvertirli”, perché’ non potevamo credere che fosse vero quello che stava accadendo.
Il 2012 non fu l’anno di partenza per una decade, o forse più, migliore dei 20 anni precedenti, ma furono il culmine di quella salita e la fine di un periodo chiaramente d’oro.
Cosa è accaduto da allora è ancora storia recente, che stiamo vivendo ora, in questo esatto momento.
Divisioni inspiegabili tra diverse culture, il Brexit e la sua rottura storica tra la gente, Famiglie e amicizie che si sono spaccate, divise e finite.
Se la storia ci serve da monito e da unità di misura nel leggere l’attualità, siamo davanti all’avvento di nuovo fascismo gestito da gente vile, avida, vigliacca e decisamente vendicativa, con un senso umanitario praticamente inesistente dentro il loro animo marcio e corrotto.

BREXIT
La sera del 23 Giugno del 2016 non ho dormito.
Da quella sera ho dormito male per alcuni anni.
Non mi sentivo più a mio agio dove mi trovavo.
Ero stato colpito vigliaccamente, da quei cittadini del nord del Paese, ed avevo ragione nell’avvertire quattro anni prima, che non avevano nessun interesse delle Olimpiadi, che non vedevano come “le loro Olimpiadi”, ma le chiamavano le “Olimpiadi Londinesi”.
Il loro livore e gelosia verso il sud del paese, verso noi che stavamo creando qualcosa di incredibilmente bello e positivo con la gente che viveva nella Capitale, non veniva gradito e come armate fanatiche e ottuse, hanno deciso di rompere il giocatolo.
Anche a loro stessi, ma questo masochismo e autoflagellazione, non interessava a coloro, perché’ la scusa banale era che loro non avevano quel giocatolo in mano, non era loro.
Eppure non era cosi, ma personalmente questa specie di odio verso Londra, l’avvertivo ogni qualvolta andavo a vedere l’Arsenal giocare nel “profondo Nord”, dove mi sentivo più “all’estero” di quando andavo effettivamente fuori dalla Gran Bretagna.
La qualità della vita, delle relazioni sociali, a Bolton, Blackpool, Wigan, erano decisamente differenti che a Balham, Putney o Fulham.
Due Mondi cosi diversi che non potevano incontrarsi se chi Governava non voleva che s’incontrassero, che anzi ne vedeva l’opportunità per una specie di controllo delle masse facili con conseguente mantenimento del potere personale con il fine di avere il massimo del tornaconto personale.

GLI ULTIMI CINQUE ANNI
Il problema e che non potevo combattere da solo tutto questo, cosi sono entrato in depressione e quello che per me erano certezze, sono diventati semplicemente delle delusioni in cui non sapevo confrontarmi, perché’ il problema non era semplice, ma era come se avessi incontrato Tyson che decideva di allenarsi con il mio corpo per tornare in forma, non ne avevo gli strumenti per questa sfida personale.
Mi sentivo perso e lo sono stato per anni, ed è giusto dire che lo sono ancora.
La delusione e il dolore ancora mi accompagna e so di non essere l’unico in questa situazione, ma ne hanno risentito i miei rapporti in famiglia, con gli amici ed ho cambiato amicizie, alcune completamente perse da quei giorni.
Amicizie che credevo importanti si sono sfaldate come capita al ghiaccio in Agosto nel sud d’Italia se lasci il frigorifero aperto.
Poi la Pandemia e la gestione egoistica, chiusa mentalmente e culturalmente, gestita alla stessa maniera della campagna per il Brexit a livello mediatico, per far si che i cittadini del Regno vivessero in una specie di bolla, colma di vanità e presunzione, che ha creato il crac da cui non so se mai ne verrò fuori.
La Gran Bretagna, da Paese libero, aperto, progressista, si è trasformata in un Paese colmo di cittadini ottusi, che fanno il rutto in pubblico convinti che sia una cosa nobile, quando invece svela come una generazione intera sia stata repressa nella loro ignoranza di base ed ora questa ignoranza è mostrata con il suo vero volto pubblicamente, tutti i giorni e a tutti i livelli.
Leggere di centri di accoglienza, di gente respinta alla frontiera, fa veramente scendere una lacrima conseguente al dolore interno che ho dentro di me dal 23 Giugno del 2016.
Mi continuo a sentire deluso, sconfitto e arrabbiato.
Si, proprio arrabbiato, furioso, verso un Paese e verso una popolazione. In un Paese in cui ho contribuito a far crescere e migliorare, farla diventare quel Paese che si mostrava orgoglioso al Mondo intero nel 2012.
Ora mi fa ribrezzo, si, proprio cosi: ribrezzo.
Perché’ mi sento tradito e vedere tanti che si adeguano al nuovo Potere, mi fa stare sveglio la notte ancora una volta, ed avverto che la mia condizione mentale è vicina alla depressione più buia che abbia mai vissuto in tutta la mia vita.
Penso che questo sia il momento più brutto che ricordi in tutti i decenni in cui ho seguito la politica in Europa e fa più male perché’ arriva da un Paese che avevo sempre considerato il più democratico, visionario ed aperto nel Mondo.
Un esempio da seguire e un luogo dove bisognava essere parte e dove ho deciso di farci parte e far crescere ed educare mia figlia al tramonto del Secolo scorso.
Grazie a Youtube posso segnalarvi ora questo video, che funziona da promemoria , cioè che vale sempre la pena combattere contro queste forze davvero terribili, qui rappresentate da un Ministro che fa venire i brividi ogni qualvolta apre bocca.
Un Ministro che rappresenta un Partito che ha il solo ideale di distruggere tutto ciò che ha un valore positivo e di pace nel nostro Pianeta, e decide di farlo isolando il proprio popolo come prima mossa.
L’Intervento del Ministro che vi ho segnalato, mi ricorda in un certo senso, gli ex fumatori che diventano gli anti-fumatori più aggressivi.
Si, Lei è figlia di immigrati. La figlia di rifugiati e suo padre era diventato un membro anche dell’UKIP. “Un cliché’”, dirette, e forse avete ragione, ma un cliché’ che fa male ogni qualvolta si presenta davanti ai nostri occhi.
Questo video, il suo slogan populista, è una delle cose più orribili che abbia visto in questi ultimi anni , che cosi tanto odio, rancore e vetriolo, che è l’ultima cosa che ti aspetti, specie da una donna.
Poi cerchi di distratti e vai su Twitter o Facebook e leggi le stesse idiozie da tanta altra gente e senti le stesse banalità quando vai a vederti una partita di calcio o prendi il Bus e decidi di tenere le cuffie sulle orecchie ma tieni il volume a zero.
E sono le bugie, con gli slogan- “riprendere il controllo” – che ti fanno stare male nello stomaco.
Ed è una contraddizione incredibile, “riprende il controllo”, mentre c’è stato “zero controllo” sul virus mortale che hanno fatto entrare nel Paese per colpa della presunzione e dell’incapacità, che in un altro Paese, avrebbe visto tutto il Governo dimettersi, ma non nella Gran Bretagna del 2020, no. Il Virus è entrato ed ha ucciso 150mila cittadini.
Ed ora pare che la popolazione sia perfino cosi contenta di questa classe dirigente, che ogni sondaggio gli da in salita di consensi elettorali.

LE SPERANZE PER IL FUTURO
Spero che questa fase non duri per molto, che ci sia una Rivoluzione.
Si, avete letto bene: una Rivoluzione.
Inoltre che questa sia al più presto possibile, perché’ più passa il tempo, più questa crisi di democrazia e di identità, diventa sempre più cupa e pericolosa per le nuove generazioni e la sua deriva culturale può portare sorprese negative forse oggi difficili da pronunciare.
La Rivoluzione non deve essere armata, nel 2021 può essere e deve essere differente.
Ma deve essere un cambiamento veloce come lo è l’effetto di una Rivoluzione.
Non deve cambiare solo il Governo e chi “gestisce” questi uomini ora al Governo, ma devono cambiare anche la mentalità e le azioni dei responsabili dell’Opposizione attuale e la coscienza dell’elettore, che non può andare a votare disinteressato, ma chiaramente deve essere motivato e si deve auto motivare.
Deve avvenire molto velocemente, prima che sia troppo tardi, prima che un giorno me ne vada da questa terra.
Perché’ non voglio avere lo il ricordo di un Paese che mi aveva fatto piangere di gioia, speranza e dato tante motivazioni e poi le stesse lacrime sono continuate incessantemente a calarmi sul viso ma per dolore nel vedere e sentire dentro di me questa metamorfosi anti-democratica e per nulla progressista di un Paese e un popolo che ha decisamente segnato la mia vita in positivo, perlomeno fino al 2016.
Tra depressione e delusione, lascio questa lunga lettera al giudizio del lettore, perché’ l’esporre i mie sentimenti era d’obbligo, ora, dopo anni e anni di sofferenza interna.
Questo, con la fine della fase più dura della Pandemia, era ed e’ il momento giusto per dire la mia su me stesso e i miei dolori, delusioni e speranze assassinate per sempre.