By Massimo Usai
Ed eccoci arrivare al vero problema di questi giorni..
Quelli che mi ero stupidamente dimenticato ed avevo sottovalutato.
Trascorrere nuovamente molto del mio tempo sociale fuori di casa e non su zoom, mi ha presentato una sfida che non mi aspettavo: semplicemente non c’è un buona camicia o un buon paio di jeans nel mio armadio, per questo nuovo mondo sociale che ho ricominciato a gustarmi.
Sono bastati 22 gradi durante il fine settimana che mi sono scottato con il sole sulla fronte e sono riuscito a ottenere segni abbronzanti da “muratore” nel resto del corpo scoperto.
Sono rimasto cosi sorpreso e impreparato al “nuovo Mondo”, che ho dovuto prendere a scavare in fondo all’armadio per trovare gli indumenti adatti per uscire e incontrare la gente.
Dovevo affrontare una cosa sconvolgente: una serata di compleanno in giardino!
Per prima cosa mi sono di fatto saldare la mano al bicchiere che conteneva il vino, avevo paura che non sapessi piu’ reggere un bicchiere pubblicamente.
Andavo in giro con questo sempre mezzo vuoto (o mezzo pieno, fatte voi), in modo che le fanciulle ingaggiate per servirci il beveraggio, non mi perdessero mai di vista e trovassero sempre spazio nel bicchiere che tenevo in mano, per versare il liquido fruttato che tenevano dentro quelle bottiglie super stilose che contenevano quello di cui ho abbondato negli ultimi 16 mesi, ma farlo da soli, gustarsi da soli il nettare di Dio e senza dubbio differente che farlo in compagnia.
Un vento amaramente freddo invadeva il giardino, ma io sentivo caldo.
Non era solo il vino, era anche l’emozione di trovarmi davanti e in mezzo ad un gruppo di persone (20? 30?) e per il fatto che il mio abbigliamento non era quello adatto.
Erano rimasugli di due anni fa, per cui avevo preso a casaccio e cercato di fare combinazioni con colori e misure che mi sono apparse da subito sballate.
Sono sartorialmente e socialmente inetto, a quanto pare.
Un anno di pantaloni sempre uguali, anzi no, alternavo gli stessi jeans con calzoncini da mare gialli firmati Armani, hanno fatto i loro danni.
Un singolo paio di jeans abbinati a una camicia aperta su t-shirt bianca, sono stati le mie combinazioni di abbigliamento degli ultimi 16 mesi.
Per non parlare delle scarpe, solo calze pesanti in casa, quelle da montagna, per intenderci e poi gli stessi stivali che avevo comprato per il mio Natale di due anni fa, usati solo per uscire di casa, esclusivamente per fare la spesa.

Eppure erano perfetti per andare a sedersi in un bar del centro, accavallando la gamba mentre distrattamente bevi un espresso e ti prepari ad aprire il tuo computer in pubblico, ma questa cosa l’ho sempre solo sognata, in pratica nessuno me l’ha mai permesso.
Ho scoperto recentemente, colpa della Primavera e del fatto che esco di più, che la temperatura dell’aria è stata erroneamente valutata da me “stabile”.
Quella era la temperatura di casa, quando guardavo fuori dalla finestra.
So di non essere l’unico alle prese con questo nuovo problema di abbigliamento.
Ho incontrato un amico per un caffè questa settimana e lui tremava così violentemente che abbiamo dovuto andarcene, anche lui aveva sbagliato abbigliamento o forse, come me, il nostro corpo si è cosi assuefatto alle temperature delle nostre case, che ora non sa più come comportarsi esternamente.
Ci vorrà del tempo per la nuovissima combinazione di abbigliamento e temperatura esterna e della brezza del vento.
Il vento, che cos’è?
Man mano che il tempo cambia e le roadmaps fuori dal lockdown continuano a lasciarci sempre più spazio e occasioni di vivere esternamente, dobbiamo imparare a vestirci di nuovo.
Per farmi trovare pronto alle nuove regole della socializzazione all’aperto, trovare l’abbigliamento giusto per passare tra un picnic soleggiato a party serali in giardini di amici illustri, ma anche per sedermi in un bar in centro, devo imparare nuovamente a godere delle ore che spendevo nella vita precedente, a fare shopping in negozi che non so più neppure se esistono ancora o dove essi si trovano.
Fortunatamente per me, sono un uomo, e come tali, ci è concessa un minimo di tregua e una scusa da stereotipi popolari, per cui al momento ci viene in auto e possiamo usarla come buona scusa pubblica al nostro abbigliamento sconclusionato.
Ma so bene che non posso far passare ancora altro tempo in questa situazione, devo trovare l’ispirazione, da solo, perché’ non ho un team di moda in standby che pensa a me, per cui devo fare tutto da solo, ed in fretta. Devo trovare nuove idee per un nuovo modo di vestimi in questa nuova era.
Come preparare il mi guardaroba per mondo reale, è la mia funzione principale da qui alla fine di Maggio, spero di non aver perso l’ispirazione e non la finisca comprandomi sandali traforati e canottiere da uomo della Brianza che va a fare la spesa al supermercato in piena estate.