By Massimo Usai
Mezza sorpresa da parte di Nick Cave, Gia’ si sapeva sarebbe uscito un album chiamato “Carnage”, ma non si sapeva quando sarebbe uscito.
Ed eccolo arrivare a sorpresa un giovedì di fine febbraio.
Un tweet, un post in simultanea sui canali social di Nick Cave, ed eccolo comparire come per incanto sui vari servizi di streaming.
Tutti abbiamo espresso le nostre opinioni su questo ultimo anno vissuto sotto pandemia.
Questo blog è pieno di post al riguardo e cosi lo sono tutti i blog, tutti i nostri interventi pubblici o privati, e poi arriva Nick e in 40 minuti, con otto piccole storie, ci stende tutti e le nostre parole appaiono cosi piccole davanti alla sua analisi in musica degli ultimi dodici mesi.
L’album ha la doppia firma Nick Cave / Warren Ellis, senza i Bad Seeds stavolta e solo l’eccentrico violinista fa compagnia a Nick, con cui ha realizzato in passato molte colonne sonore a doppia firma.
“a brutal but very beautiful record nested in a communal catastrophe.“
Cosi Nick Cave ha descrito il suo album
Making Carnage was an accelerated process of intense creativity – the eight songs were there in one form or another within the first two and a half days.
Sono state invece le parole di Warren Ellis
Il disco ha di tutto, dalle innumerevoli variazioni stilistiche del brano in apertura “Hand of God”, fino ai suoni gotici, che Nick aveva leggermente abbandonato recentemente, nel secondo pezzo: “Old Times”.
Ma è la quarta traccia che colpisce.
Nick Cave non ha quasi mai toccato argomenti politici, di certo non in via diretta, ma in “White Elephant”, eccolo fare direttamente riferimento al movimento Black Lives Matter nel Regno Unito :
“A protester kneels on the neck of a statue / The statue says “I can’t breathe” / The protester says “Now you know how it feels / and he kicks it into the sea”
Il riferimento è diretto al rovesciamento della statua di Edward Colston a Bristol l’anno scorso.
Poi, quando meno te lo aspetti, cresce, fino al punto che “White Elephant” diventa un vero e proprio inno da stadio.
“Albuquerque” e “Lavender Fields” sono due ballate, che riportano Nick Cave alla maturità dei suoi ultimi album e che calmano decisamente le acque nell’agitazione dell’intero lavoro.
“we won’t get to anywhere, darling, anytime this year”, sono le parole che entrano dentro l’anima da “Albuquerque” e non puoi non pensare a cosa sia stato per tutti noi, questo ultimo anno forzatamente chiusi in casa.
Le due canzoni finali ci riportano nello spirito dell’intero lavoro e se “Shattered Ground” sembra sul serio una canzone da film e il suo movimento è chiaramente cinematico, il finale è lasciato a “Balcony Man”, ancora atmosfere cinematiche ma il testo è decisamente interessante, con quest’uomo che si immagina Fred Astaire e danza e il suo crescendo finale è piano di speranze e vita e la frase ripetuta di continuo alla fine “This morning is amazing and so are you” è cosi bella che ho voluta metterla nel titolo del post perché’ credo che tutti debbano averla presente in testa quando il morale non è dei migliori e le sue ultime parole sono emblematiche, un monito e un analisi perfetta, perché’: “you are languid and lovelu and lazy and what doesn’t kill you just makes you crazier”, ma, “this moring is amazing and so are you”.
Decisamente un altro grande gioiello di una delle migliore penne musicali degli ultimi 40 anni.
Un altro album che non mi stancherò di ascoltare per il resto della mia vita, come ogni suo lavoro precedente.

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