.Bruxelles 06.December.2020
La mattina e’ nuvolosa.
No, decisamente e’ solo grigia.
Come puo’ essere nei cieli dell’Europa centrale quando Dicembre non ha ancora deciso cosa fare.
Freddo non e’. Ma neppure tiepida e’ l’aria.
Non piove. Non nevica.
Non ci sono nuvole che puoi distinguere, ma solo un manto grigio che sembra fermo sulla tua testa per giorni, alle volte, settimane.
Sono questi i momenti che senti che stiamo vivendo un tempo che sta diventando infinito sotto le “restrizioni COVID-19”.
Con il tempo libero da dedicare ad altro, sto controllando le oltre 20.000 foto che ho fatto con la mia fotocamera durante i miei viaggi nella mia vita passata.

Mi manca il viaggiare.
Il viaggio apre la proverbiale finestra su esperienze che non esistono nel mondo online bidimensionale.
Per quanto i luoghi incuriosiscano, è il coinvolgimento della gente del posto che mi ispira a essere un fotografo, a scrivere ed essere una persona migliore.
Il viaggio mi collega al mondo.
Ogni viaggio inizia con una valanga di emozioni, vedendo i collegamenti tra le antiche civiltà e il nostro attuale Mondo.
Viaggiare apre nuovi tipi di domande a cui rispondere, persone e culture da sperimentare e storie da raccontare.
Un giorno tornerà il modo di viaggiare.
Sentirsi sicuri per se stessi e non mettere a rischio la vita della gente.
Dei propri cari, ma anche di coloro che solo ci indica la strada verso l’hotel.
Un anno fa viaggiavo su è giù per l’Europa, vedevo gente, musei, nuovi luoghi e scambiavo parole con persone occasionali.
Un anno è un periodo lungo.
Non dico che è stato tempo perso, non posso dirlo perché’ nel frattempo sono cambiato e forse cresciuto al mio interno.
Ma spero al più presto sia possibile nuovamente rivedere amici, parenti e chiunque voglia scambiare una battuta in un caffè nel centro di una qualunque città di questo splendido Mondo.
Come sara’ il viaggiare nel futuro e’ una bella domanda a cui non e’ possibile, per ora, dare una risposta.
By Massimo Usai