Un Panino Uova, Cipolle e Tonno.

C’è una piccola via a Cagliari che da sempre amo percorrere. 

Si chiama Via dei Mille e ricorda uno dei momenti storici della storia d’Italia.

Ma non è questo il motivo per cui sono affezionato a quella via, ma perché c’è un locale che si chiama “La Cantina” e ci sono mille ricordi personali in quella che è stata una delle prime paninoteche, nei primi anni ’80, nel capoluogo sardo. 

Non so come chiamarlo esattamente, oggi è un attimo demodé, ma nei primi anni ’80, per studenti squattrinati come eravamo io e Bruno, “La Cantina” rappresentava un simbolo e un rifugio.

Bruno all’inizio degli anni 2000 ©massimousaiphotos

I suoi panini con cipolle, uova e tonno erano così oleosi e con tante calorie, che per buttarlo giù serviva una bevanda voluminosa, che se avessimo avuto soldi sarebbe stato una birra, altrimenti una Coca-Cola alla spina, una delle prime fregature del nuovo consumismo, ma che al tempo ci pareva tanto cool.

La nostra scuola non era lontana dalla “Cantina”, il nostro Istituto era vecchio, decadente e spesso pioveva dentro le aule. 

Forse e’ per questo motivo che “La Cantina” ci sembrava comunque ospitale.

Quando avevamo il turno pomeridiano, d’inverno, il buio arrivava presto e la camminata di ritorno verso la fermata del Bus che ci avrebbe riportato a casa, era spesso contrastato dal vento umido del mare del porto e i porticati della Via Roma erano un mezzo salvataggio.

Via dei Mille era una delle traverse della Via Roma e un rapido controllo alle nostre tasche e via due conti veloci per vedere se potevamo poi permetterci la serata in discoteca nel week-end, se era possibile, la fermata per panino con ricca imbottitura, la si faceva di sicuro.

Non ricordo di cosa parlavamo quando eravamo dentro, forse di niente. 

Di sicuro guardavamo tutti questi ragazzi spaesati che erano arrivati in città la sera prima dall’interno della Sardegna per fare la loro visita medica per essere arruolati o meno per l’anno obbligatorio del servizio militare.

Bruno e Io, non avevamo praticamente nulla in comune con loro, ma entrambi ne avevamo un attimo paura. 

Riuscivamo a renderci quasi invisibili, molte persone avevano avuto problemi con questi ragazzi (spesso con troppa birra in corpo), ma noi due mai nessuno problema.

Eravamo “invisibili”, oppure non facevamo proprio paura a nessuno, che analizzando bene la situazione, forse facevamo pena. Ecco.

Erano anni strani gli anni ’80. 

Bruno ai tempi della radio

Non è vero quello che molti raccontano.

Perlomeno non è vero che erano anni di boom. Di certo non lo erano in Sardegna. 

La disoccupazione era altissima, trovare un lavoro regolare complicato, almeno che’ non si decidesse di fare il poliziotto o tentare la fortuna in qualche posto pubblico, ma per il resto funzionava tutto in base a conoscenze ed era comunque tutto molto precario.

Tutto questo lo vedevi con i tuoi occhi facilmente nelle strade, dove degrado e rassegnati, erano in giro fino a tardi con i soldi giusti per una birra da bere lentamente, per tirare avanti per ore parlando di cose inutili con i soliti amici spesso solo maschi, fino alle prime luci dell’alba.

Se ti fossi fermato in silenzio in un locale qualunque, avresti sentito racconti di avventure spesso erotiche, di gente che era stata due giorni a Parigi o a Milano, e i più giovani ci credevano pure.

Erano storie di frustrazione e lo capimmo io e Bruno quando assieme cominciamo a viaggiare assieme in Europa.

Eravamo sempre i più bassi, quelli che parlavano meno inglese ed eternamente con i soldi al minimo, giusto per farci un panino in qualche “La Cantina” in una citta’ Europea. 

Chance di avere storie erotiche con le più belle donne di quelle città? Nessuna.

Per questo io e Bruno visitavamo musei, parchi e luoghi importanti, tanto non aveva senso provare a fare i super macho se non eravamo né “super” e neppure ‘macho”.

Io (sinistra) e Bruno (destra), Roma 1983

Insomma, “La Cantina” di Via dei Mille era la nostra massima aspirazione e la domenica in discoteca nell’illusione d’essere dei novelli John Travolta era la nostra seconda aspirazione della settimana.

Devo confessare che non era l’aspirazione ne mia e neppure quella di Bruno.

Andavamo a passare il tempo. 

Parlare e sentire musica che odiavamo. 

Ma nei falsi favolosi “Anni ‘80”, in una città di provincia come era Cagliari, cosa potevi fare?


Si, c’era il Cinema, e ci andavamo, ma a Teatro?

Non avevamo soldi e di concerti meglio non parlarne, la musica che arrivava in città era pessima e se avessi voluto vederti un grosso concerto saresti dovuto andare a Bologna o Milano.

I famosi anni ’80 erano belli, certo, ma solo perché eravamo più giovani, tutto li.

“La Cantina” è ancora attiva. 

Stessa locazione, stesso arredamento.

Ci sono passato davanti lo scorso Natale, ma non ci sono entrato.

Ero da solo, ma ho pensato che se Bruno fosse stato con me, forse avremmo potuto farci uno di quei panini pieni d’olio e innaffiarlo con una birra.

Non so che tipo di clientela abbia oggi, ma da quel poco che ho visto mi è parso di scorgere i nipoti di quei ragazzi che lo frequentavano quando Bruno ed io eravamo quasi ventenni.

Oggi che ne parlo mi sento rammaricato di non esserci entrato, ma la prossima volta che vado a Cagliari, spero che Bruno non rifiuti il mio invito per birra e panino al tonno e uovo alla “La Cantina”

Leave a Reply