Il tempo della maturità e’ forse arrivato anche per me.

“Non affrettare le cose”. 

È il mio motto. 

Non da sempre, solo da qualche anno a questa parte.

Così ho detto a Basilio, durante una delle nostre chilometriche telefonate degli ultimi venti anni.

Come i miei più vicini conoscenti sanno, Basilio è diventato uno dei miei amici preferiti durante le nostre battaglie, ovviamente sempre perdenti, in Politica.

Non è vero che sono state sempre perdenti, ma ci piace ricordarle così. 


Hanno un tono Epico le sconfitte e sia io che Basilio, ci piace essere drammatici.

E’ la naturale conseguenza di cosa abbiamo ascoltato o letto durante la nostra formazione culturale.

Credo che ci faccia illudere che ci renda più selvaggi, più vissuti.

Probabilmente è una forma di masochismo repressa, ma ci piacciamo di più cosi, uno con l’altro quando parliamo di sconfitte. 

Basilio nella neve di Varsavia @massimousaiphotos

Basilio è più lento di me. 

Nel senso che è più pacato, non nel senso che sia veramente lento.

La sua lentezza e le sue riflessioni sulla vita hanno fornito un respiro tanto necessario alla mia persona, nei giorni che abbiamo vissuto quest’anno in isolamento.

Giorni che sono stati pieni di battaglie frenetiche con noi stessi, quando news impreviste, notizie di morti e distruzione invisibile, colpivano noi, la nostra vita e quella di chiunque fosse su questa terra. 

Quando ho conosciuto Basilio, credo all’età di 23 anni, ero rimasto profondamente affascinato dal mondo fantastico in cui lui viveva. 

Non un Mondo fatto di “Regine elfiche” che vivevano in alberi giganti, terribilmente belle, e a cui lui poteva parlare. 

No, non quel Mondo, ma uno fatto di coraggio, raffinatezza, stile e classe.

Credo che il fatto che avesse un negozio di dischi “sfigato”, ma cool, facesse il tecnico del suono in un programma Jazz nelle radio dove anche io trasmettevo e che a casa sua si fosse inventato un Teatro Alternativo con un attore che non ho mai capito come facesse a sopportare, siano una delle ragioni per cui ho sempre guardato a Basilio, e specialmente la sua corteccia da uomo vissuto che aveva anche a 25 anni, con tanta curiosità. 

I solchi profondi e le fessure sulla pelle, e la morbidezza e le superfici lisce delle cose che proponeva, molto diversi per intensità ed espressione, mi attiravano e volevo conoscerlo meglio.

Un giorno mi invitò ad una passeggiata lungo la via principale della nostra cittadina per parlare di una proposta politica che gli avevo fatto alcuni giorni prima e se ti unisci a lui per una passeggiata nel mezzo della città è difficile che ti troverai a cercare il tuo smartphone per cercare di sfuggire la conversazione. 

Ovviamente non ho la controprova, perché’ al tempo non avevamo lo smartphone, ma penso che sarebbe andata così.

Da quel giorno siamo diventati veramente amici.

Amicizia che si è consolidata nel tempo e che alla volte penso che ci conosciamo dai tempi delle scuole elementari, ma non è così.

Oggi ho deciso di scrivere questa storia, perché’ due anni fa lui ha compiuto 60 anni.

Ricordo che il giorno del suo compleanno mi sentii strano per l’intera giornata, nel cercare di mettere in prospettiva che uno dei migliori amici, avesse compiuto quell’eta’.

Dei miei 4/5 amici più vicini a me, lui era il primo a raggiungere questo traguardo.

Mi sembrava irreale perché’ per me lui rimaneva un ragazzino, come me, nulla di più.

Ma quel numero mi spaventava e mi incuteva una certa apprensione.

Perché’ sapevo che in poco più di due anni avrei raggiunto la stessa cifra anagrafica e mi pareva irreale.

Pochi giorni fa ho compiuto io 60 anni ed ho ora notato che nulla è cambiato.

Ma il primo pensiero che mi è venuto in mente è quella sensazione che avevo avuto il giorno del compleanno di Basilio.

Mi piace illudermi che sia più riflessivo, ora che ho sessant’anni, magari forse mi affatico più facilmente, ma interiormente non è cambiato nulla.

Mi sento come quando ne avevo 30 oppure 40.

Non è proprio vero per tutto quanto, ad esempio “progettare” è ora più complicato.

Guardare a progetti ventennali è abbastanza banale e immaturo, ma nella mente la voglia di cambiare e di fare cose nuove persiste.

Diciamo che non affretto le cose come facevo prima e diciamo che questa è la virtu’ che meglio ho imparato dal frequentare Basilio per così tanti anni.

Basilio durante un viaggio sul Tamigi in pieno inverno ©massimousai

Ora entrambi andiamo verso una maturità che ci avvicina molto ai vari Tom Waits o Bob Dylan e lui ora vuole pure fare una cover di Dylan da suonare con la sua band.

Devo confessare che anziché’ essere spaventato come lo ero due anni fa quando lui ha cominciato questo percorso, ora ne sono affascinato e pieno di energie per diventare una vecchia ciabatta che beve buon vino, ascolta buona musica e legge qualche libro con il conforto di un cammino acceso in mezzo a qualche bosco sperduto in Europa o sulle sponde di qualche costa nel mare del Nord mentre imperversa una bufera di vento.

Questo è tutto, finalmente è arrivato il tempo di comportarmi da persona adulta.

Come lo è Basilio, da ben prima di me.

By Massimo Usai

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